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04/11/2018

#7 - TERAPIA DELLA MALATTIA RENALE CRONICA (MRC) – L’ipopotassiemia nel gatto




L’ipopotassiemia (riduzione del potassio plasmatico) arriva ad interessare dal 20 al 30% della popolazione felina affetta da malattia renale cronica ed è più frequente negli stadi iniziali della malattia (IRIS 2 e 3a, fino a 3,5 mg/dl di creatinina) mentre lo è meno negli stadi avanzati (creatinina superiore a 3,5 mg/dl).

Tra le cause di ipopotassiemia devono essere ricordate un’insufficiente assunzione di potassio con la dieta e l’aumentata perdita urinaria causata dalla poliuria dei pazienti in questi stadi. Anche l’aumentata attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAS), può avere un ruolo nello sviluppo di questa condizione.

A supporto dell’identificazione delle cause suddette, vi è l’evidenza che l’aumento del contenuto di potassio nelle diete per gatti affetti da insufficienza renale cronica ha ridotto in questi anni il numero di casi di pazienti affetti da ipopotassiemia.

Il gatto colpito da grave ipopotassiemia può presentare sintomi e segni clinici particolari, quali la “miopatia ipokaliemica”, caratterizzata da debolezza muscolare, che generalmente si manifesta con ventroflessione del collo e/o atteggiamento plantigrado. Nelle forme meno gravi, la sintomatologia è caratterizzata da debolezza muscolare, letargia, inappetenza e costipazione.

La supplementazione di potassio, in queste condizioni, esita in risoluzione della sintomatologia e il consenso sulla sua utilità è unanime, benché non vi sia univoca condivisione nel merito del dosaggio da utilizzare.

La somministrazione endovenosa o sottocutanea di fluidi che apportano potassio è solitamente riservata ai gatti che hanno necessità di correggere in tempi rapidi lo squilibrio di questo elettrolita, oppure ai soggetti che non accettano la somministrazione di potassio per bocca. Questi pazienti possono presentare una condizione di grave debolezza muscolare che, compromettendone l’attività motoria, rende in alcuni casi anche impossibile l’alimentazione determinando un progressivo peggioramento del quadro clinico oltre che un’ulteriore riduzione della potassiemia. Il Medico Veterinario, sulla base dei valori del paziente, deciderà per il quantitativo di potassio da integrare.

In presenza di ipopotassiemia accompagnata da sintomatologia lieve, i gatti vengono considerati trattabili con somministrazionedi potassio per bocca, che può essere attuata utilizzando sia prodotti liquidi che solidi, che vengono somministrati ogni 8-12 ore.

Anche se la sintomatologia si risolve solitamente nell’arco di 2 – 4 giorni, in seguito è consigliabile il controllo settimanale della potassiemia, per correggere l’integrazione ed evitare l’insorgere di iperpotassiemia, arrivando così a determinare il dosaggio finale di mantenimento di cui necessita il paziente. Al contrario della terapia orale, la fluidoterapia deve essere attuata in casi di severa ipopotassiemia e il paziente deve essere monitorato almeno ogni 24 ore per essere certi di non incorrere in iperpotassiemia. 

Evidenze

L’ipopotassiemia è frequente nei gatti affetti da MRC (interessando dal 20 al 30% della popolazione) ed è riscontrata più facilmente negli stadi meno gravi della malattia. La sintomatologia è variabile ed in funzione della gravità dell’alterazione elettrolitica. Gli esami di laboratorio consentono la diagnosi di certezza di ipopotassiemia e la sua corretta gestione.

Il trattamento dell’ipopotassiemia nel gatto affetto da MRC si è dimostrato efficace nel migliorare la qualità di vita, l’attività motoria e l’assunzione di alimento.



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