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17/12/2018

#9 - TERAPIA DELLA MALATTIA RENALE CRONICA (MRC) - L'anemia




Numerose sono le cause in grado di determinare anemia nei cani e nei gatti affetti da malattia renale cronica (MRC) in stadi avanzati. Tra le cause principali meritano di essere ricordate le condizioni carenziali, i sanguinamenti nel tratto gastrointestinale, il ridotto tempo di permanenza in circolo dei globuli rossi e la carente efficacia dell’eritropoietina (ormone che contribuisce a regolare la produzione dei globuli rossi). Le condizioni carenziali, tipiche del paziente in stadi avanzati di MRC, sono spesso conseguenti a ridotta assunzione di alimento, vomito e diarrea, oltre che alle perdite di sangue nel tratto gastroenterico. E’ possibile che una carenza di ferro associata ad un alterato rapporto BUN/Creatinina sia conseguente ad un sanguinamento gastroenterico. Il sanguinamento intestinale non è sempre facile da identificare e, se sospettato, può essere utile una terapia con protettori della mucosa gastroenterica. L’andamento dei parametri di laboratorio del paziente (miglioramento della BUN e dell’anemia) potrà essere suggestivo  dell’efficacia della terapia impostata. Come protettore della mucosa gastrica può essere utilizzato sucralfato, somministrato per bocca circa 20 minuti prima del pasto al dosaggio di 0,5-2,0 g/cane in base alla taglia e 0,25 g/gatto. La carenza di ferro deve essere sempre valutata con attenzione, poiché numerose possono essere le cause in grado di determinarla. Numerosi cani e gatti con insufficienza renale cronica possono infatti avere una riduzione del ferro ematico conseguente a concomitanti patologie infiammatorie croniche. Il ferro può essere somministrato per bocca come solfato di ferro, anche se è frequente la comparsa di disturbi gastroenterici, quali diarrea. Altre condizioni carenziali di origine nutrizionale potrebbero contribuire a causare anemia, anche se il loro ruolo nel cane e nel gatto non è stato oggetto di studi approfonditi; tra le vitamine coinvolte nei processi di produzione dei globuli rossi e di cui è stata descritta carenza in corso di insufficienza renale troviamo l’acido folico.

Eritropoietina (EPO) – è la terapia di maggiore efficacia per il trattamento dell’anemia in corso di malattia renale cronica; a volte può essere associata a effetti collaterali. La terapia con EPO viene solitamente instaurata quando il paziente raggiunge valori di ematocrito e/o di emoglobina pari, rispettivamente, a 20% e 8 mg/dL nel gatto e 22% e 9 mg/dL nel cane, oppure quando l’anemia determina la comparsa di sintomi. Sia nei cani che nei gatti, l’anemia cronica in corso di MRC può essere asintomatica fino a valori estremamente bassi di ematocrito ed emoglobina; probabilmente questa condizione è conseguente a una sorta di adattamento dell’organismo a una condizione di “ipossia” cronica, conseguente all’anemia. Quando si instaura una terapia con EPO, l’obiettivo è di raggiungere valori di laboratorio che offrano una stabilità clinica del paziente, non necessariamente nell’intervallo di normalità. Nel cane e nel gatto i valori di ematocrito ed emoglobina che si desidera raggiungere in corso di terapia con EPO sono rispettivamente di 23-25% e 9,5 mg/ dL nel gatto e 25-27% e 10,5 mg/dL nel cane. Una terapia efficace è in grado di correggere l’ematocrito e l’emoglobina nell’arco di 2-4 settimane; dopo 15 giorni di terapia il paziente viene sottoposto ad esami di laboratorio, per verificare l’effettiva efficacia dell’EPO e del dosaggio utilizzato.

L’effetto collaterale di maggiore importanza in corso di terapia con EPO è rappresentato dalla produzione di anticorpi che, andando proprio ad inattivare l’EPO ne bloccano l’attività, causando una riduzione della produzione dei globuli rossi. La valutazione della produzione dei globuli rossi viene effettuata tramite esami di laboratorio: l’indice reticolocitario nel cane e i reticolociti aggregati e puntati nel gatto. La produzione di anticorpi anti-EPO, solitamente non si instaura prima di 4-8 settimane dall’inizio della terapia ed è spesso accompagnata da reazione nel sito di inoculo del farmaco (l’EPO viene somministrata tramite iniezione sottocutanea). Il proprietario deve essere informato sulla possibilità di sviluppo di anticorpi anti-EPO e sull’importanza di segnalare eventuale fastidio, prurito, rossore, gonfiore nella zona di inoculo del farmaco.

Altra problematica in corso di terapia con EPO è rappresentata dall’aumento della pressione arteriosa sistemica: in occasione delle visite di controllo, è quindi necessario determinare la pressione del paziente.

Infine, molti proprietari di cani e gatti in terapia con EPO, riportano un miglioramento dell’appetito, della resistenza alla attività fisica e della partecipazione al gioco del loro animale.

Sono disponibili due tipi di EPO per la terapia dell’anemia nel cane e nel gatto: l’EPO ricombinante umana e la darbepoetina (DPA). I vantaggi principali della DPA rispetto all’EPO ricombinante umana sono rappresentati da

  • più basso rischio di produzione di anticorpi
  • somministrazione del farmaco ad intervalli più lunghi (può migliorare la compliance, in modo particolare nei gatti e con i proprietari che trovano difficoltosa la somministrazione parenterale dei farmaci).

 

Medicina basata sull’evidenza

Il trattamento dell’anemia in corso di MRC migliora la qualità di vita del paziente e i tempi di sopravvivenza. La terapia con EPO ricombinante umana o DPA spesso determina un miglioramento del senso di benessere del paziente e, più raramente, una riduzione dell’azotemia.

 



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